L’AMS-02 è uno strumento da 64 metri cubi e 8.500 kg destinato alla Stazione spaziale internazionale: realizzato anche grazie al contributo scientifico ed economico italiano, resterà in orbita almeno fino al 2020 per aiutarci a capire qual è la composizione dell’Universo (Gianluca Ranzini, 11 maggio 2011).
La missione STS-134 dello Space Shuttle, la penultima nella storia della gloriosa navetta spaziale americana, per l’Italia ha un significato particolare. Non solo perché con l’Endeavour parte il nostro Roberto Vittori, che a bordo della Stazione Spaziale Internazionale si unirà per un paio di settimane a Paolo Nespoli, in orbita dallo scorso dicembre; facendo sì che l’Italia diventi l’unico Paese, Usa e Russia a parte, che abbia avuto due propri rappresentanti contemporaneamente a bordo della Iss. Ma anche perché con Vittori partono molti esperimenti italiani di grande valore scientifico. Spicca su tutti AMS 2 (Alpha Magnetic Spectrometer 2), un vero “cacciatore di antimateria”. «Di fatto non conosciamo la composizione del 95% dell’Universo», spiega Roberto Battiston, docente dell’Università di Perugia e presidente della commissione nazionale per la fisica astroparticellare dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, uno dei padri di AMS 2. «Questo esperimento speriamo appunto che ci porti