Secondo un recente studio australiano il surriscaldamento del pianeta potrebbe aver innescato un pericoloso circolo che, per mezzo delle acque marine, amplificherebbe le conseguenze dell’effetto serra. (Focus.it, 4 maggio 2011)
I risultati di un recente studio condotto tra i ghiacci dell’Antartide attribuiscono un nuovo e inquietante ruolo agli oceani, che per colpa del riscaldamento delle loro acque si trasformerebbero in enormi e potenti amplificatori dell’effetto serra.
Amico oceano
Gli oceani catturano circa il 30% della CO2 prodotta dalle attività umane (30 miliardi di tonnellate l’anno secondo l’ONU) e la nascondono nelle loro profondità. Questo sequestro naturale dell’anidride carbonica contribuisce a contenere il surriscaldamento globale del pianeta e i suoi effetti.
Lo stoccaggio oceanico della CO2 non è però permanente: secondo gli studi ha una durata compresa tra i 400 e i 1300 anni, al termine dei quali viene di nuovo rilasciata nell’atmosfera.
Ma qualcosa in questo meccanismo sembra essersi inceppato: il progressivo aumento delle temperature avrebbe infatti velocizzato il processo e gli oceani avrebbero cominciato a rilasciare le loro scorte di CO2 dopo soli 2 secoli, aumentando così la quantità totale di gas serra nell’atmosfera.